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Affetto
Anonimo (domenica 21 aprile 2013) Categoria: Affetto
C'è posta ......per me
Ogni sabato ricevo posta da un sito cattolico che oltre ad anticipare l'omelia della domenica , mi regala dei ritagli di vita che mi aiutano a riflettere .Proprio in riferimento al triste periodo che stiamo vivendo e allo scoraggiamento che sembra non farci più apprezzare il vero valore della vita , vorrei condividere con voi la lettura di oggi .E' un po' lunghetta , ma forse ne vale la pena .

La saggezza in un cioccolato caldo

Un gruppo di laureati, affermati nelle loro carriere, discutevano sulle loro vite durante una riunione. Decisero di fare visita al loro vecchio professore universitario, ora in pensione, che era sempre stato un punto di riferimento per loro.
Durante la visita, si lamentarono dello stress che dominava la loro vita, il loro lavoro e le relazioni sociali.

Volendo offrire ai suoi ospiti un cioccolato caldo, il professore andò in cucina e ritornò con una grande brocca e un assortimento di tazze. Alcune di porcellana, altre di vetro, di cristallo, alcune semplici, altre costose, altre di squisita fattura.
Il professore li invitò a servirsi da soli il cioccolato.

Quando tutti ebbero in mano la tazza con il cioccolato caldo il professore espose le sue considerazioni.
"Noto che son state prese tutte le tazze più belle e costose, mentre son state lasciate sul tavolino quelle di poco valore.
La causa dei vostri problemi e dello stress è che per voi è normale volere sempre il meglio.
La tazza da cui state bevendo non aggiunge nulla alla qualità del cioccolato caldo. In alcuni casi la tazza è molto bella mentre alcune altre nascondono anche quello che bevete.
Quello che ognuno di voi voleva in realtà era il cioccolato caldo.
Voi non volevate la tazza.....
Ma voi consapevolmente avete scelto le tazze migliori.
E subito, avete cominciato a guardare le tazze degli altri.
Ora amici vi prego di ascoltarmi.....

La vita è il cioccolato caldo......
il vostro lavoro, il denaro, la posizione nella società sono le tazze.
Le tazze sono solo contenitori per accogliere e contenere LA VITA .
La tazza che avete non determina la vita, non cambia la qualità della vita che state vivendo.
Qualche volta, concentrandovi solo sulla tazza, voi non riuscite ad apprezzare il cioccolato caldo che Dio vi ha dato.
Ricordatevi sempre questo:
Dio prepara il cioccolato caldo, Egli non sceglie la tazza.
La gente più felice non ha il meglio di ogni cosa, ma apprezza il meglio di ogni cosa che ha!
Vivere semplicemente.
Amare generosamente.
Preoccuparsi profondamente.
Parlare gentilmente.
Lasciate il resto a Dio.
E ricordatevi:
La persona più ricca non è quella che ha di più, ma quella che ha bisogno del minimo.
Godetevi il vostro caldo cioccolato!!

Buona domenica amici , decidiamo di essere felici in ogni situazione,in ogni momento della nostra vita, perché se la nostra felicità dipendesse da qualche cosa, persona o circostanza saremmo in guai seri.
Segnala abuso


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Anonimo (domenica 21 aprile 2013)
Una grande bella lezione di vita , che ognuno di noi dopo averla letta dovrebbe soffermarsi e riflettere !!

dora (domenica 21 aprile 2013)
Sarebbe davvero bello, se fosse così. In effetti ci sono migliaia di poveri esseri umani che non riescono a vedere il cioccolato nella morte di un figlio, o nella malattia che fa soffrire; nella perdita del lavoro, o nell'abbandono di un compagno.....nelle tragedie VERE della vita; altro chè tazza di porcellana! (quello è un lusso che hanno solo i"poveri di spirito", quelli che non sanno davvero, cos'è la sofferenza)
...Ecco, quello che mi ha allontanato dal cattolicesimo prima, e poi da qualunque idea di divinità, è questo buonismo rasseganto, che induce gli "ultimi" a godere delle loro disgrazie, offrendole a Dio..... così i primi possono stare sereni, con le loro coscienze pacificate. E' una bella "favola", peccato che sia solo l'ennesima presa per i....fondelli.
E io sono una di quelle fortunate, vedi; ma i poveri cristi, che incontro tutti i giorni sarebbero legittimati a farmi una bella pernacchia se gli proponessi il sermone di cui sopra!
Senza rancore, caro anonimo, perchè capisco da quello che scrivi, che sei in buona fede, ma pensaci......


dora (domenica 21 aprile 2013)
ah, capisco ora, leggendo il post precedente che questo è tuo, Mafalda.
Eh, già tu hai una fede a prova di bomba....ma sei troppo buona.
Assunta (domenica 21 aprile 2013)
15:30 del 21-04-2013
Trovo la fede di Mafalda incrollabile ed ammiro la sua fermezza nel credere. Io sono cresciuta nella chiesa, fra le sue leggi e le sue regole, forse bisognerebbe perseverare nel credo nonostante tutto, perchè si ha bisogno di credere in qualche cosa. Ma come si fa! Quando Dio che è il padre di tutti, perchè non siamo tutti uguali? Perchè persevera nel fare male ad un suo figlio, anno dopo anno con dolori, mali e disagi incalcolabili. Perchè quando tutto va bene è un miracolo di Dio e quando va male, Dio ti mette alla prova! Come dicevo prima, evidentemente la mia fede è molto labile e forse le bufere dolorose attraverso le quali sono passata mi hanno allontanata dalla strada molto comoda che portava a Dio!
mafalda (domenica 21 aprile 2013)
Se la vera fede alla quale io aspiro , si riducesse al solo buonismo o godimento delle proprie disgrazie , me ne terrei distante mille miglia .Il Signore non vuole la nostra sofferenza , questa è una condizione a cui l’uomo è obbligato a sottostare perché il peccato e la morte hanno corrotto la perfezione della creazione.
D'avanti al dolore ,la morte di un figlio, o nelle tragedie vere della vita ,è facile che l'uomo provi sentimenti di ribellione contro Dio e per questo lo ama o lo odia, lo prega o lo bestemmia , ma questo Dio non ce lo hanno presentato con sconvolgenti effetti speciali ,o come un garante della felicità , bensi appeso ad un ruvido legno , proprio a testimonianza che Lui per primo ha sofferto .E chi sa se proprio da questi momenti di "deserto assoluto " non venga a noi la rivelazione della verità cioè ,riuscire a trasformare ogni evento negativo in un momento di ricostruzione della nostra vita .
Il 2013 è stato dichiarato da papa Papa Benedetto XVI,anno della fede,anchè se vi siete (erroneamente )fatti un'idea lusinghiera nei miei riguardi ,se volete fate un pensierino affinchè io possa confessare veramente una fede piena di fiducia e speranza.Grazie


NikFabri (Anonimo) (lunedì 22 aprile 2013)
Care amiche, avete toccato un tema, quello della fede che da anni, anzi per meglio dire, da sempre, attanaglia l'animo mio consapevole di rimanere fermo, in uno stato di immobilismo perenne nonostante tutta la mia voglia, il mio desiderio, la mia forte, fortissima volonta' di sentire di piu' una "Vicinanza" che avverto appagarmi a metà o forse meno; allora è giusta l'amara constatazione, mio malgrado, che la fede è un dono. Questa conclusione, purtroppo, mi sta stretta e mi angoscia ma purtroppo è cosi'(nonostante il trascorrere degli anni); è come nascere con gli occhi azzurri o i capelli biondi. Non ne avverto pero' la responsabilita' di questo mio immobilismo, di questo mio non andare avanti e di nutrire, così spesso, una profonda ed anche SANA "invidia" per coloro che toccati da essa, vivono meglio e piu' in pace rispetto agli altri. Qualcuno, in primis la cara amica Mafalda, potrebbe dirmi: ma tu che fai per accrescere la tua fede? Come ti adoperi per ottenere quel di piu' a cui tanto aspiri? Non so, rispondo, forse poco, forse molto. L'amico sacerdote con cui spesso parlavo è stato trasferito ed il suo sostituto lo vedo come un "estremista" cristiano: fin troppo intransigente verso i separati e i divorziati. Ma a parte questo, il mio problema di fondo è un altro: il comprendere di rimanere stazionario, che la mia fede non va nè avanti nè indietro e che il mio animo ne avverte il peso e il rammarico; un peso che non mi fa stare bene nonostante i miei piccoli o grandi sforzi. Qualcuno ha scritto che solo con la fede si può giungere a Dio perchè la ragione è ben misera cosa a tanta Ascesa. E' proprio cosi. Il ragionare sul Trascendente ostacola ancor di piu'quel po' che avverto e allora mi rifugio, in solitudine, nel mio consueto chiacchierare con il Padreterno, la sera, prima di prendere sonno ma non mi basta e chissa' se Lui mi ascolta; così, a volte, quasi mi arrabbio nel considerarmi, alla mia eta'matura, come un bambino a cui è stato negato qualcosa.
Assunta (lunedì 22 aprile 2013)
21:05 del 22-04-2013
Mio caro amico, quello della religione è un'argomento molto serio e spinoso, ognuno di noi vorrebbe un santo per ogni problema e questo capisco che non può essere, solo le nostre coscienze ed il nostro pensiero, possono portarci a certe serie riflessioni, penso che alla fine, soltanto noi possiamo sapere veramente cosa avviene fra noi e quello che sta lassù, come te, anche io mi sento un po' una bimba a cui è stato negato qualche cosa.
mafalda (lunedì 22 aprile 2013)
La piccola storiella è stata suggerita affinchè ciascuno di noi non basi la propria serenità sulle varie problematiche che possiamo incontrare sul nostro percorso terreno ,tutto è importante ma alla fine la vita ha un valore che deve essere al di sopra delle nostre preouccupazioni. Non volevo fare un sermone ,anche perchè sono convinta che tutti siamo così, un po' santi e un po' dannati, un po' credenti e un po' atei, un po' devoti e un po' dubbiosi. Tutti.
Se vivessimo un'esperienza di Dio priva di domande, di interrogativi, di battute d'arresto, correremo il rischio di essere gente senza prove, e quindi senza sofferenze, e quindi senza passioni.Abbiamo esempi lampanti di dubbi sulla fede ,da Pietro che addirittura arriva a tradire il suo Maestro , a Tommaso che chiede prove evidenti,a Francesco d'Assisi... sino a Madre Teresa di Calcutta che definisce se stessa in uno stato di "notte perenne" sul mistero della fede.Dio ci liberi da una fede talmente sicura di sé da diventare orgogliosa, superba, disprezzante nei confronti di chi fa fatica a credere perché provato dalla vita.
Dobbiamo solo sforzarci di pensare che siamo amati per quello che siamo .
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